Meno critico e più nostalgico è invece Valdimir Ivanovich, ex- soldato e membro della fanfara militare. Oggi è un impiegato del governo vicino all’età pensionistica. Nel suo ufficio possiede molte foto, diplomi e scritte che ricordano l’Unione sovietica. “Non sono d’accordo con le rivolte. Possiamo sederci e discutere insieme sui cambiamenti senza violenza. I giovani dovrebbero portare rispetto per gli anziani che hanno combattuto la guerra. I cambiamenti non sono necessari a mio parere. Come diceva Lenin, bisogna lavorare, lavorare, lavorare. Il nostro paese è tranquillo, abbiamo quello che vogliamo. Perché cambiare?” Valdimir è molto tranquillo. La sua vita è semplice e non ha voglia di vedere tutto un sistema messo sottosopra. Ma anche lui è convinto che qualcosa non quadri: “Quello che succede è frutto di qualcosa proveniente dall’esterno. Queste rivoluzioni rosse, arancioni… insomma non abbiamo bisogno di nessuna rivoluzione. È uno scenario che è stato preparato da paesi esteri per anni. E alcuni nostri giovani sono stati pagati per protestare. Sappiamo bene che la Lituania e la Polonia non possono accettare che noi siamo un paese separato, ma ormai è così. E loro sono dietro a tutto ciò”.
Ivanovich tocca punti molto delicati, simili a quelli già citati da Andrei. Sotto sotto si ricorda ancora molto i momenti della sua gioventù vissuti durante l’Unione sovietica: “Non c’erano molti problemi di questo genere. Bisognava solo lavorare e non c’era disoccupazione. Così come oggi. A chi dice che non abbiamo libertà quindi, penso che non si renda conto che viviamo nella libertà più totale. Se vuoi lavorare puoi lavorare. Punto”.
Sul tavolo di Ivanovich è presente un giornale chiamato “La supremazia”. Sulla prima pagina, una scritta a penna con un numero di telefono: “Sei un vero patriota? Allora chiama questo numero”. Risponde Ludmilla, giornalista e responsabile per il giornale appartenente al movimento NOD (Movimento di liberazione nazionale) di matrice russa e che mira alla restaurazione della sovranità della Russia. Ogni mese, compra personalmente centinaia di copie del giornale da distribuire alle persone investendo i propri soldi. Decide di parlare.
“Oggi il mondo è sotto pressione dalla polarizzazione del potere, che è nelle mani di un solo lato, quello occidentale. Le persone che accusano Lukashenko di volere sedersi su due poltrone quindi, non hanno ben capito il perché: deve difendere il paese, essendo circondato dalla Nato e attorniato da loro collaborazionisti” commenta indignata.